Allarme Dengue e altre infezioni virali trasmesse dalle zanzare: ecco cosa sta succedendo in Italia e quali sono le precauzioni.
Con l’arrivo della bella stagione, le zanzare tornano protagoniste in Italia non solo come fastidio quotidiano, ma soprattutto come veicolo di pericolose infezioni virali, tra la Dengue. La taglia sulle zanzare sembra non sia bastata: nel 2024, infatti, si sono registrati centinaia di casi, molti dei quali autoctoni. A conferma che il rischio sanitario è reale anche nel nostro Paese.

L’Italia e i virus trasmessi dalle zanzare: gli ultimi dati
Dal 1 gennaio al 3 dicembre 2024, come riportato da Meteoweb.eu, il sistema di sorveglianza nazionale ha registrato 693 casi confermati di Dengue, di cui 213 autoctoni e 480 importati. Oltre alla Dengue, si sono contati anche 7 casi di Zika Virus, 15 di Chikungunya, 50 infezioni neuro-invasive da TBE e 90 casi confermati di Toscana Virus. La stagione calda è il periodo più critico per la diffusione di questi virus, tanto che le amministrazioni locali sono invitate ad avviare le disinfestazioni nei mesi di maggio e giugno.
Fano è stata la città maggiormente colpita nel 2024, con un focolaio di oltre 130 casi di Dengue autoctona. In risposta, il comune ha adottato un’ordinanza che impone misure obbligatorie a cittadini, enti pubblici e soggetti privati per prevenire la formazione e l’espansione dei focolai larvali.
L’ordinanza specifica l’importanza di “evitare l’accumulo di acqua piovana, mantenere puliti cortili e giardini, trattare regolarmente tombini, vasche, fontane o altri punti critici con prodotti larvicidi adeguati“. Particolare attenzione deve essere prestata in “cimiteri, vivai, cantieri e attività dove l’accumulo d’acqua può essere frequente e difficilmente gestibile“.
Sintomi, diagnosi e vaccini: scatta l’allarme Dengue
Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’infezione da virus Dengue può essere “asintomatica o con sintomi lievi e/o molto aspecifici (febbre accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle)“. Per questo motivo è fondamentale il ricorso a un esame di laboratorio specifico per la conferma del contagio.
L’incubazione dura in media tra i 4 e i 7 giorni, ma può variare dai 3 ai 14. Nei casi più gravi, che rappresentano circa il 5% di quelli sintomatici, il tasso di mortalità può arrivare fino al 10-15%. Non esiste una terapia antivirale specifica autorizzata contro il virus, e “la cura dei malati sia nelle forme lievi che in quelle più severe, si basa quindi su terapie sintomatiche e di supporto“.
Per quanto riguarda la prevenzione, sono oggi disponibili due vaccini tetravalenti con virus vivi attenuati. Solo uno di questi è commercializzato in Italia e utilizzato “nell’ambito della medicina dei viaggi“.